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18 luglio 2009

Ormai è ufficiale:
La Mondadori è passata nelle mani di
Berlusconi grazie a una sentenza comprata da Previti.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione il 14 luglio 2007. Da sedici anni il
capo dell'opposizione ed ex presidente del consiglio controlla, per
effetto di un reato, la principale casa editrice italiana e i suoi giornali
.
Conseguenze? Nessuna. Non è uno scandalo? Ecco i fatti.
A cavallo degli anni 80/90 una complicata controversia oppose la
Cir di Carlo De Benedetti alla Fininvest di Silvio Berlusconi.
Entrambi sostenevano di essere i padroni della Mondadori, che controllava,
oltre al settore libri, La Repubblica, l'Espresso, Panorama, Epoca, vari
altri periodici e 15 giornali locali
.
Si affidarono dunque a un arbitrato
super partes, che nel 1990 – col famoso "lodo Mondadori" - diede
ragione a De Benedetti.
Allora Berlusconi rovesciò il tavolo e impugnò
il lodo dinanzi alla Corte d'appello di Roma.
Questa, con una sentenza firmata dal giudice Vittorio Metta il 24 gennaio 1991,
annullò il lodo e consegnò la Mondadori a Berlusconi.
Mesi dopo,
Andreotti costrinse Berlusconi a restituire una parte del gruppo
(Espresso, Repubblica e giornali locali) al legittimo proprietario.
Nel 1995 la Procura della Repubblica di Milano cominciò a indagare sulle
sentenze comprate da Previti e scoprì che lo era pure quella del
giudice Metta su Mondadori.
All'indomani del verdetto, infatti, la Fininvest bonificò 3 miliardi di lire a Previti che, tramite altri due avvocati berlusconiani, fece arrivare 400 milioni in contanti a Metta.
Berlusconi è uscito dal processo grazie alla solita prescrizione. Previti, Metta e gli altri due avvocati imputati (Pacifico e Acampora), invece, sono stati condannati per corruzione.
Ma nella sentenza d'appello, confermata dalla Cassazione, si afferma che il Cavaliere aveva "la
piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio".
Del resto, "la retribuzione del giudice corrotto è fatta
nell'interesse e su incarico del corruttore
".

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