senigallia
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31 gennaio 2010


Di Giuseppe noi ricorderemo il coraggio, la fierezza e la forza delle sue idee.
Lui mi ha ispirato per la prima volta e stato la spinta per tutto

Giuseppe era un ragazzo con la voglia di lottare e denunciare le ingiustizie. pieno di coraggio, come lo aveva dimostrato la sua presa di posizione contro sgarbi. Tanti sono quelli che hanno belle idee, ma non tutti li mettono in pratica; lui invece si.
Giuseppe era un ragazzo molto attivo nella realtà delle sue zone. Youtube ha avuto il merito di farlo arrivare nella sua genuina voglia di libertà anche qui ad Arona. Ma a quanto so,appunto, dava "fastidio" a tanti con i suoi giornalini e le sue attività per la legalità. Visto che adesso in Italia si muore di lavoro... completate voi la frase, vah
L.

27 gennaio 2010

L'Onorevole Silvio Berlusconi, sta visitando una scuola elementare.



Una delle classi e' nel bel mezzo di una discussione legata alle parole ed al loro significato.


L'insegnante chiede all'illustre ospite se desidera portare avanti la spiegazione sulla parola "tragedia".


Così Berlusconi chiede alla classe un esempio di una "tragedia".


Un bambino si alza e propone:

"Se il mio migliore amico, che vive in una fattoria, sta giocando nel campo di granturco e un trattore gli passa sopra e lo uccide, quella sarebbe una tragedia".


"No" dice il leader di Forza Italia "quello sarebbe un INCIDENTE".


Una bambina alza la mano:


"Se uno scuolabus con dentro 50 bambini finisce in una scarpata, e tutti quelli dentro muoiono, quella Sarebbe una tragedia".


"Temo di no" spiega


il cavalier Berlusconi "quella la chiameremmo una GRANDE PERDITA".


La classe resta in silenzio e nessun bambino alza la mano.


Berlusconi si guarda in giro.


"Non c'è nessuno che riesce a darmi un esempio di tragedia?"


Alla fine un bambino in fondo all'aula si fa avanti con una vocina bassa bassa dice:


"Se un auto blu, mentre trasporta l'Onorevole Silvio Berlusconi,venisse colpita da un autoarticola

autoarticolato e ridotta a pezzetti, quella sarebbe una tragedia".


"Fantastico" esclama Berlusconi "E' giusto. E mi puoi dire perché sarebbe una tragedia?"


"Beh" dice il bambino "deve essere per forza una tragedia, perché di sicuro non sarebbe una grande perdita e, probabilmente, non sarebbe nemmeno un incidente!".
22 gennaio 2010


Un degrado e uno sfruttamento diffusi da nord a sud e indegni di un paese civile. La politica della gente comune ha ormai superato lo stadio che impantana la politica italiana. Noi siamo gente del sud, del nord, immigrati, delle più diverse convinzioni politiche e religiose che hanno scoperto di avere 10 sogni in comune la cui realizzazione è necessaria per trasformare la società italiana in un mondo meno ingiusto.



Vogliamo unire la ricchezza delle nostre differenze e usarla come leva per scardinare la mentalità della divisione, dell’indifferenza e dell’arroganza che sta avvelenando il Paese. Questo sforzo corre su Facebook e lo sta attraversando come uno tzunami. Un’onda identica a quella che sta attraversando il Paese.

E’ giunto il tempo della trasformazione del dissenso individuale e degli impegni generici in scelte di campo e in azioni di lotta pacifiche ma determinate. Azioni condivise sul terreno della condivisione dei principi e degli ideali. Il nostro non è solo un sogno velleitario, ma una battaglia di civiltà per il progresso umano e l’affermazione dei diritti. In pratica una battaglia per affermare la lettera e i valori della Costituzione Repubblicana e la carta dei Diritti dell’ Uomo. Non è poco perché è ormai su questo terreno che si afferma la fondamentale differenza fra progresso dell’umanità e la conservazione di nuovi e vecchi privilegi.

E quindi:


noi abbiamo un sogno. Che nel Paese venga isolato e sconfitto il clima di intolleranza verso i migranti che è stato in modo cosciente seminato nel Paese anche da irresponsabili forze di governo.


Noi abbiamo un secondo sogno: che ai migranti, a prescindere dal loro status, siano garantiti i diritti fondamentali, umani e civili, previsti dalla costituzione e dalle leggi internazionali, in particolare in relazione agli articoli 2, 3 e 8 della costituzione con riferimento anche alla convenzione 143 della UE che garantisce la promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti ratificata dal nostro paese nel 1981. Sappiamo che l’esclusione del diverso dai diritti è la premessa necessaria alla riduzione dei diritti di tutti come già drammaticamente avvenuto nella recente storia del nostro Paese.


Noi abbiamo un terzo sogno: che nel nostro Paese cessino le violazioni dei diritti umani per i lavoratori migranti sprovvisti di documenti e cessi la aggressiva e discriminatoria retorica usata da leader politici, in particolare della Lega Nord, che istigano alla xenofobia e al razzismo e che associano esplicitamente la criminalità ai Rom, ai credenti di fede musulmana e agli africani in quanto “diversi” dal punto di vista etno-genetico, creando un ambiente di intolleranza e ostilità pregiudiziale nell’opinione pubblica


Noi abbiamo un quarto sogno: che nel nostro paese cessino le gravi violazioni dei diritti umani verso i lavoratori migranti dell’Africa, dell’Est Europa e dell’Asia, cessi la abominevole pratica dei respingimenti e dell’omissione di soccorso, cessino maltrattamenti, salari infimi, orari eccessivi e cessino le situazioni di lavoro schiavistico in cui parte della paga è trattenuta dall’impresa per un posto in dormitori affollati senza acqua né elettricità o in cui i lavoratori sono costretti a vivere in bidonville fatiscenti e degne persino delle aree più desolate del terzo mondo.


Noi abbiamo un quinto sogno: che nel Nostro Paese venga applicata la legge punendo prese di posizione pubbliche razziste e xenofobe contro gli immigrati e vengano sanzionati come istigazione alla violenza discorsi pubblici e prese di posizione politiche di tipo discriminatorio ispirate dall’odio contro gli stranieri.


Noi abbiamo un sesto sogno: che i centri di “identificazione” cessino di essere dei lager e che non si ripetano maltrattamenti ingiustificati verso i Rom, specialmente quelli di origine romena, durante i raid per lo sgombero dei campi.


Noi abbiamo un settimo sogno: che il governo di questo paese compia atti concreti per migliorare nella pubblica opinione, la conoscenza e la consapevolezza della discriminazione, e per integrare concretamente e in modo duraturo i migranti e le loro famiglie come membri della società a tutti gli effetti.


Noi abbiamo un ottavo sogno: che in questo paese cessi la violenza della xenofobia, della omofobia e del razzismo perché il rischio è quello di una deriva violenta e incontrollabile le cui conseguenze lascerebbero ferite destinate a non sanarsi mai più precipitando l?Italia in una vergognosa condizione unica nei paesi del mondo ad economia avanzata, vanificando quanto di buono, con il coraggio, il sangue e il sudore e la qualità del loro lavoro, i nostri emigranti hanno fatto in tutto il mondo per il prestigio della nostra comunità nazionale.


Noi abbiamo un nono sogno: che l’Italia e gli italiani riescano a far dimenticare alla comunità internazionale la vergogna delle atrocità commesse nelle colonie durante il ventennio fascista e l’atrocità delle leggi razziali del fascismo contro la comunità ebraica italiana.


Noi abbiamo un decimo sogno: che in Italia prevalgano la logica del progresso e della promozione umana, la logica e la cultura dell’accoglienza e del soccorso, la pratica e la difesa della dignità delle persone, uomini e donne, di ogni colore e provenienza.


Manifesto per la adesione a No.R.Day – No Razzismo Day – Milano 6 marzo 2010
 
GRUPPO FACEBOOK ''NO LEGA NORD DAY NOVARA''
14 gennaio 2010







Dal 1983 Consigliere Comunale di Milano, sono sempre stato rieletto nelle successive elezioni.


Presidente della Commissione Urbanistica dal 1995 fino al 1996 (mi dimisi all'indomani della marcia leghista per l'Indipendenza della Padania del 15.9.96) per l'indisponibilità a qualunque forma di collaborazione istituzionale con chi pratica divisione e secessione.


Ho fatto parte, eletto dal Consiglio Comunale di Milano come rappresentante dell'opposizione, del Consiglio di Amministrazione del Canale Milano-Cremona-Po.


Sono stato componente della proposta di giunta collegata alla candidatura a Sindaco di Milano di Nando dalla Chiesa.


Sono nato a Milano il 24.11.1946. Ho sposato Marta e sono il papà di Lorenzo e Cecilia.


Mi sono laureato all'Università Statale in Fisica nel 1971 e sono docente di ruolo all'ITIS Ettore Conti di Milano dal 1973.


In Consiglio Comunale la mia attenzione è stata rivolta prevalentemente sulle questioni del territorio contro le speculazioni, sui problemi dell'ambiente, sulle questioni sociali (assistenza, sanità, emarginazione), sulle privatizzazioni.


Ho combattuto molte battaglie sulla questione morale e per la trasparenza amministrativa, quando combattere era considerato da molti una perdita di tempo.


Le mie denunce politiche hanno trovato puntuale conferma nelle indagini della magistratura.
12 gennaio 2010


Il massacro culturale degli ultimi vent’anni ha ridotto ai minimi termini memoria e senso critico di una parte cospicua degli italiani, e in particolare delle nuove generazioni. Di seguito il testo dell’intervento in piazza Cordusio di Andrea, 19 anni, tra i nuovi arrivati in Qml. Nel video una parte dell’intervento di Roberta, di due anni più giovane. Non li vedrete mai da Maria De Filippi. Quanti loro coetanei oggi in Italia sono in grado di concepire discorsi del genere? Ecco il nostro vero problema.

“Vorrei citarvi un breve articolo della Costituzione, l’art. 54, che mai viene richiamato alla memoria, quando invece si dovrebbe farlo spesso. La nostra classe dirigente, in particolar modo, si guarda bene dal parlarne, mentre al contrario è molto ben disposta nel rievocare altro genere di articoli, come quello sull’immunità parlamentare, cioè quella forma di garanzia di cui godevano i parlamentari e di cui troppo spesso avevano ingiustamente abusato. Ed è la stessa classe politica che considera la Costituzione carta straccia filosovietica, tranne, evidentemente, nei punti che le fanno più comodo di volta in volta. Inutile dire che l’art. 54 non rientra fra questi punti. Recita infatti: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Adempiere le funzioni pubbliche con disciplina ed onore: qualcosa di sconosciuto per molti nostri parlamentari.
Ebbene io sono stanco di quei personaggi che con traboccante arroganza calpestano ogni giorno le istituzioni fondamentali della nostra democrazia: sono stufo di sentire il Presidente del Consiglio attaccare continuamente la Costituzione, la Corte Costituzionale ed il Capo dello Stato, e demonizzare qualsiasi forma di democratico dissenso bollandolo con il termine dispregiativo di “comunista”. Sono stufo di vedere ministri insultare la magistratura, sono stufo di sentirmi dire che l’articolo 1 è “senza senso”, sono stufo di sentire ministri della Repubblica affermare di “pulirsi il culo con il tricolore” e di “aver ordinato carichi di carta igienica tricolore”. Sono stufo di vedere un’opposizione (o presunta tale) che, eccezion fatta per quei pochi come Di Pietro, non fa il suo dovere: quello di opporsi.
Ma soprattutto, ciò di cui sono veramente stanco è il continuo uso della menzogna per distorcere la realtà, è questo abuso spregiudicato della mistificazione come mezzo di propaganda politica. Sono stanco dell’utilizzo sistematico della bugia che certi revisionisti adottano per reinterpretare a loro uso e consumo la storia: è in questo modo che la realtà viene capovolta, è in questo modo che si confonde la vittima con il carnefice, il ladro con il derubato. In questo modo un personaggio come Craxi non è più quel che è realmente, cioè un corrotto, ma diviene una vittima del giustizialismo. In questo modo mafiosi assassini come Mangano si trasformano in eroi, se non fanno certi nomi. Ma la verità è che chi scappa per sottrarsi alla giustizia si chiama latitante, e non esule, così come i mafiosi che tengono la bocca chiusa non si chiamano eroi, ma omertosi! Ecco perchè siamo qui oggi: oltre che per difendere la nostra democrazia, anche per ridare il giusto senso ad un pezzo infame della nostra storia.


pieroricca.org

11 gennaio 2010

Io sono totalmente in disaccordo con questa manifestazione. Io voglio per Milano decine di piazze. Voglio Corso Buenos Dell'Utri, Largo Mangano, voglio tutte le vie. Sarebbe una cosa straordinaria! Noi siamo qui perché c'è un'operazione di pulizia, che proviene ancora da quelle di una volta. Io sono stato mandato via dalla Rai - ma non voglio farne un discorso personale -, perché avevo fatto una battutina, stupidissima: “tutti in Cina, sono andati in Cina i socialisti, i cinesi sono socialisti, a chi rubano?”. E’ scoppiato il finimondo!


Allora io vi dico: Craxi statista? Uno statista non sarebbe mai andato in televisione a dire di un comico, come me, di Genova: Grillo non si deve permettere, detto dal Presidente del Consiglio. Vuol dire che di statista ha poco. Perché uno statista avrebbe detto: “Grillo è un comico, mi ha fatto ridere però ha un po’ esagerato…”. Mi avrebbe rovinato la carriera! Invece, il fatto che il Presidente del Consiglio e tutto il partito di Governo fosse andato contro un comico di Genova, ha fatto sì che io diventassi un martire! Invece io sono andati avanti.


Io faccio un po’ di informazione come loro, come Byoblu, come Ricca. Facciamo un po’ di informazione ognuno con i propri modi, con i propri mezzi, e il problema è proprio qui, è l’informazione. Io arrivo qui con questo piumino perché ho sentito le previsioni del tempo. Ho sentito dei telegiornali, sembrava uno psicodramma di un istituto di malati di mente. Stavano dicendo: “Doveva nevicare, non è nevicato. Il sale non è stato sparso per le strade. I mezzi di soccorso non sono usciti. L’incidente al decimo chilometro non c’è stato. I pronto soccorsi non hanno lavorato…”. Non c’era un cazzo. E hanno chiuso le scuole! Hanno toppato tutte le previsioni, e quello dell’ASL stamattina è uscito al telegiornale a dire: “Bastava un grado in meno ed eravamo pronti!”. Siamo nella demenza senile. E’ proprio dell’informazione che hanno paura, hanno paura di questo. Quindi queste manifestazioni ci sono. Ricca e gli altri sono nelle piazze. Cryptonite si aggirava qui intorno, Di Pietro. E’ uno che non si ferma. Meno male che c’è ancora un’opposizione in Italia, normale, seria.


Voi siete in una città dove 150 persone muoiono ogni anno per le micro-polveri da traffico. Avete il sindaco indagato. Il comune oggi è una società per azioni, ve l’hanno privatizzato sotto gli occhi. Allora i cittadini devono tornare a riempire i comuni, le regioni e il parlamento. Il parlamento non c’è più. Abbiamo avuto delle elezioni illegali. Sono andato a cercare di parlare con la seconda carica dello Stato, con Schifani. Ho sbagliato io. Lui aveva chiesto un incontro privato. Io gli avevo chiesto: “Guardi, mi faccia venire con una web-cam”. La parola web-cam l’ha stravolto di paura. Ha chiesto cos’è la web-cam. Ha chiamato il Prefetto: cos’è la web-cam? Han chiamato la Digos: cos’è la web-cam? Avessi detto una cazzettina di telecamerina così, non se ne accorgeva. Ma il fatto che abbiano paura del contradditorio, dei cittadini, cioè della rete è sintomatico. Anche il nostro Presidente ha fatto il suo primo discorso su YouTube, ma ha tolto i commenti in entrata, quindi ha usato la rete come la televisione. Sono fuori dalla storia, sono salme! A noi ci salverà questa tecnologia straordinaria che sta facendo dei miracoli. Verrà fuori la verità, e la verità è quella che non si conosce: te la puoi solo immaginare.


Pensiamo a una targa piuttosto che un’altra. Questo è un simbolo, ma non è tanto quello: c’è una fondazione, la Fondazione Craxi prende 30.000 euro di soldi pubblici, ecco perché sono qui, perché anche dalle mie tasche finanzio una cosa così, finanzio la vendita di litografie… io non voglio finanziare nessuno! Se la facciano con i loro soldi. Se li vanno a riprendere. Adesso, con lo scudo fiscale, tutti i soldi riciclati torneranno in Italia. Ce l’avranno i soldi per farsi una fondazione! A me, quando apro l’albo delle fondazioni e leggo “Fondazione Craxi” sopra, come punteggio, alla Fondazione Olivetti, mi viene da vomitare!


Noi abbiamo fatto un movimento: il Movimento Cinque Stelle. Saremo presenti in Lombardia, con una lista di cittadini, né di destra né di sinistra, porca puttana. Una lista di persone di 30, 40 anni che entrano dentro. Se ne votate uno, se ne entra uno nelle regionali in Lombardia, avesse messo dentro un network, avete messo dentro un milione di persone, non una persona: un milione di persone. E’ di questo che hanno paura, che un cittadino possa entrare in Comune, possa entrare in Regione o possa entrare in parlamento, per disfargli quell’orrendo giochino che fanno da 30, 40 anni, non da adesso. La democrazia non c’è mai stata in questo paese. Non c’è mai stata. Siamo andati a votare con una presa per il culo, una gran presa per il culo. Io non sono andato da Schifani a dirgli dei parlamentari inquisiti o condannati, chi se ne frega? La cosa incredibile è che 350 mila cittadini hanno firmato primo per mandare via i condannati dal parlamento, secondo per avere un massimo di due legislature per ogni politico, e terzo, che è la cosa più importante, che è la base della democrazia: il voto di preferenza. Io devo avere il modo di votare e di preferire il mio politico, personalmente. Abbiamo in parlamento 1000 persone nominate da cinque segretari di partito, quindi abbiamo un Governo illegale, anticostituzionale e antidemocratico. Cosa vi devo dire di più? Allora, se noi ripristiniamo il voto di preferenza, con l’informazione che abbiamo in rete, nessuno andrà a votare un pregiudicato o un condannato, perché lo sapremo, oggi! Non lo sapevamo cinque anni fa, ma da oggi lo potremo sapere. Ecco la cosa principale. Basta metterne dentro uno e gli roviniamo il giochino. Creiamo la trasparenza tra la vostra Regione e i cittadini. La Regione vota sull’ambiente, sugli inceneritori, sull’aria, sull’acqua, sulle cose vicino a noi, non cazzate! Avere un cittadino con una web-cam che filma il Consiglio Regionale ti fa capire che cosa vota la destra e che cosa vota la sinistra, ovvero che votano le stesse cose. Ne basta uno, da mettere lì dentro. Uno, un ragazzo di 35 anni con dietro noi che abbiamo il web e possiamo informarvi su qualsiasi cosa succeda.

08 gennaio 2010


Onorare sulla pubblica piazza i politici condannati per corruzione e fuggiti in latitanza.è un pessimo esempio per i cittadini: ecco perché è necessario esprimere un civile e fermo dissenso rispetto a questa scelta e alla contestuale "riabilitazione" dell'ex leader socialista, che inevitabilmente assume un valore simbolico in un Paese in cui le classi dirigenti si sottraggono sempre più facilmente alle proprie responsabilità, anche attraverso una impressionante sequenza di leggi su misura, mentre magistrati e giornalisti in prima linea contro mafia e corruzione vengono criminalizzati".

La manifestazione sarà l'occasione per una riflessione collettiva su corruzione, giustizia e politica a quasi diciotto anni di distanza dall'inizio dell'inchiesta Mani Pulite.






Organizza l’associazione Qui Milano Libera (Piero Ricca)


Relatori per ora confermati:

Daniele Biacchessi


Gianni Barbacetto


Giulio Cavalli


Salvatore Borsellino


Antonio Di Pietro


Enrico Fedrighini


Beppe Grillo


Basilio Rizzo

Aderiscono i blogger Claudio Messora, Daniele Martinelli, Paolo Papillo e Christian Abbondanza della Casa della Legalità di Genova.

06 gennaio 2010


Il 6 gennaio 1980 viene assassinato in via Libertà, Mattarella era il presidente della Regione Sicilia, aveva 45 anni. Uomo di spicco della DC siciliana, l’unico leader dell’amministrazione regionale che manifestava una linea di rinnovamento, di apertura alla sinistra, molti lo consideravano un erede di Aldo Moro. L’artefice del cambiamento di linea era lui, figlio del potente Bernardo Mattarella molto potente è influente negli anni 50, presente in tutti i governi regionali di quegli anni,da molti indicato come il mandante della strage di Portella delle Ginestre. Piersanti faceva parte di una nuove generazione di politici, allievo dei gesuiti, erede di Dossetti e di La Pira, aveva cercato con forza di prendere le distanze dall’ingombrante eredità paterna.



Di tutti i delitti politici-mafiosi, l’omicidio di Mattarella è quello che interessa di più non soltanto per il significato di spartiacque che questo delitto assume nella sentenza di appello di Palermo tra l’Andreotti amico dei boss e l’Andreotti che gli dichiara guerra, ma anche perché nelle indagini fu coinvolto il terrorista Giusva Fioravanti, presunto killer di Pecorelli nella prima inchiesta della procura di Roma.


Mattarella aveva avuto sentore di quanto stava accadendo, infiniti segnali stavano a indicare che era in pericolo; era corso a Roma, dall’amico Virginio Rognoni, allora ministro dell’Interno, per raccontargli cosa stava accadendo nelle file del partito in Sicilia. Prima di partire aveva detto alla sua segretaria Maria Grazia Trizzino:< Se mi dovesse accadere qualcosa si ricordi di questo viaggio>. Che cosa abbia detto Piersanti a Rognoni, quali nomi abbia fatto, quali accuse abbia rivolto ai suoi colleghi di partito con esattezza non si sa, ma al centro dei suoi sospetti c’era ancora una volta Vito Ciancimino. Non a caso la difesa di Andreotti ha puntato a ridimensionare i rapporti tra il senatore e l’ex sindaco di Palermo:< Ho incontrato Ciancimino non più di due, tre volte, e in occasione di alcuni suoi viaggi a Roma>. E i giudici di Palermo gli hanno dato credito.


In verità erano molto complessi i rapporti tra Don Vito e gli uomini della corrente siciliana, Salvo Lima lo considerava da sempre un rivale nella complicata rete di interessi politico-mafiosi della DC siciliana; fu lui nel 1970 a farlo decadere dall’incarico di Sindaco,dopo solo dodici giorni, grazie all’accordo con la corrente di Gioia.
Ma dietro lo scontro politico c’era anche uno scontro di interessi mafiosi: Lima era legato a Bontate e ai Salvo, Ciancimino a Riina e Liggio. Nel corso del processo di Palermo ha certamente pesato nei confronti del senatore quel contributo di quaranta milioni dai suoi amici romani che consentì al barbiere di Corleone di dare la scalata alla DC siciliana a metà degli anni settanta.


Ma ciò avvenne nel “77 , prima che Don Vito giocasse il suo supposto ruolo nei delitti di Palermo, ciò che rendeva imbarazzante il riconoscimento di ogni possibile rapporto con lui.


Ma cosa lega l’uccisione del Presidente della Regione siciliana a quella di un giornalista romano troppo intraprendente e in cattiva fama? Il “movente politico”, sostiene una tesi: tutti e due sono delitti di mafia dove il mandante non doveva comparire, per questo i due omicidi dovevano essere camuffati come “terroristici”.
Uno scenario complicato, se vogliamo, ma che regge all’usura del tempo, anche se a mettere un bastone tra le ruote a questa ricostruzione è stato Don Masino-Buscetta, che, per una sorta di orgoglio mafioso, non è stato disponibile ad accettare il fatto che omicidi compiuti da Cosa Nostra potessero essere stati commissionati a ragazzetti che agivano al di fuori dello stretto controllo mafioso: < Signor giudice, mi creda, i terroristi non c’entrano niente, quello di Mattarella è stato fatto da Cosa Nostra, andate a vedere a chi furono affidati gli appalti dopo la sua morte,cose che fanno paura!>.






03 gennaio 2010


L'ipocrisia e l'arroganza di politici come Brunetta, di destra e di sinistra, non eletti dal popolo, ma dai capipartito, deve spingere noi cittadini ad intervenire fattivamente. Come dice Beppe, noi siamo la resistenza del 2000.Dobbiamo combattere contro questo abuso di potere che tiene i cittadini in condizioni di democratura asfissiante. Conviene anche alle nostre tasche! Per sconfiggere questo sistema, dobbiamo informarci e diffondere le notizie, non limitarci a commentare e tenerci tutto per noi. Informiamoci per difenderci e diffondiamo per attaccare!
01 gennaio 2010
"C'è una frase di Wilde che mi pare calzi alla bisogna, "Che si parli di me, nel bene o nel male, purchè se ne parli... Mostra tutto è se ne parli"; non è importante che sia vero o falso quanto accaduto, ma come viene usato l'evento.

Berlusconi lo usa per far parlare di se, bene o male non gli ineteressa.
Anzi più se ne parla male più gli si danno appigli per applicare la retorica della vittima, quindi per generare occasioni per diffondere nel comune sentire una sua immagine di uomo colpito da mano nemica.
L'errore, a mio avviso, è stato quello di abboccare al suo gioco, da una parte proponendo teorie complottistiche che lasciano davvero il tempo che trovano dall'altro nel voler a tutti i costi usare questa occasione per mettere in luce come Berlusconi stesso generi tensione nella politica italiana.
strategicamente la miglior mossa possibile sarebbe stata quella di limitarsi a costernarsi per quanto accaduto e chiudere li la questione, lasciare a lui nel caso il compito di fare accuse, lo avrebbe posto in una luce diversa, e invece no, arrivano i polli della sinistra e cosa dicono, "Ci spiace ma..." e Silvio ce si sfrega le mani e non aspetta altro."

Sito denuclearizzato