senigallia
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29 gennaio 2011
"Il Giornale", con l'ennessimo sondaggio d'opinione lanciato on-line, tenta di scagliare i propri lettori contro Michele Santoro e la sua ultima sortita contro Silvio Berlusconi
28 gennaio 2011


Ai domiciliari Marta Di Gennaro, Corrado Catenacci e Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell'Ambiente. Sono accusati di associazione per delinquere, truffa e reati ambientali. Indagato l'ex governatore Antonio Bassolino. La procura: depurazione "solo apparente". Bassolino: sono estraneo, fiducia nei giudici. I verdi: inascoltato il nostro grido d'allarme
IL REPUBBLICO
Il 5 gennaio 1994, al processo ENIMONT Umberto Bossi ha riconosciuto la colpevolezza dell'amministratore del movimento Alessandro Patelli relativamente ad un finanziamento illecito ricevuto dallo stesso da parte di Carlo Sama della Montedison. Dopo aver restituito integralmente la somma di 200 milioni di lire, raccolta dagli stessi militanti leghisti, e dopo l'allontanamento dal partito di Patelli, è stato condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione a 8 mesi di reclusione per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti.

Bossi è stato in seguito condannato per il reato di vilipendio alla bandiera italiana per averla in più occasioni, il 26 luglio e il 14 settembre 1997, pubblicamente offesa usando, nella prima occasione la frase "Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo", nel secondo caso, rivolto ad una signora che esponeva il tricolore, "Il tricolore lo metta al cesso, signora", nonché di aver chiosato "Ho ordinato un camion di carta igienica tricolore personalmente, visto che è un magistrato che dice che non posso avere la carta igienica tricolore".

Per la prima affermazione, Bossi è stato condannato il 23 maggio 2001 ad un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena; il 15 giugno 2007 la Prima sezione penale della Cassazione, respingendo il ricorso presentato dalla difesa, lo ha condannato in via definitiva. Per il secondo evento si è ricorso alla Camera, nel gennaio 2002, che non ha concesso l'autorizzazione a procedere nei confronti di Bossi (allora ministro delle Riforme) per l'accusa di vilipendio alla bandiera, ma la Consulta ha annullato la delibera di insindacabilità parlamentare, nella sentenza 249 del 28 giugno 2006.


All'inizio del 2006 la pena prevista per il reato di opinione è stata modificata, dall'originaria detentiva (che prevedeva fino a tre anni di reclusione), ad una pecuniaria (multa fino al massimo di 5000 euro). Bossi ha chiesto poi che anche la multa gli venisse tolta, in quanto europarlamentare, ma la Cassazione ha rigettato il ricorso confermando la condanna a pagare 3000 euro di multa


dati WIKYPEDIA
Certo che ognuno può fare politica perché quel che serve non si può acquistare: l'intelligenza. La sola cosa che invece, purtroppo manca ai politici. Questi babbioni confondono l'intelligenza con la furbizia, la bontà col servilismo e la capacità con le balle
"Il caso Sarroch è tipico del modello coloniale. Basta costruire una grande fabbrica per poter pretendere da chiunque viva lì intorno gratitudine per i posti di lavoro creati. Questo è ciò che resta di una cultura che da anni condanna l’Italia alla stagnazione economica e desertifica ogni prospettiva di futuro."



Giorgio Meletti

presentazione del libro
NEL PAESE DEI MORATTI
di Giorgio Meletti
venerdì 28 gennaio · 21.00 - 23.00
MILANO - SPAZIO MELAMPO
VIA TENCA, 7
FACEBOOK EVENTO






24 gennaio 2011
LA COSA PIU' EMBLEMATICA DI QUESTO VIDEO E' VEDERE DELLE AUTENTICHE FACCE DI MERDA CHE DIFENDONO UNO DEI POLITICI PIU' CORROTTI DELLA STORIA DI QUESTO PAESE, SIAMO AL CAPOVOLGIMENTO DELLA LOGICA
Paolo Papillo




21 gennaio 2011
Ma Vauro non poteva fare le vignette all'inizio del programma...



....così la Santanché ci risparmiava la sua presenza da subito?



Sito denuclearizzato