senigallia
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19 agosto 2010
Zerogas in: Agorà (Ambientale) permanente alla Woodstock 5 Stelle...per una Visione LIBERA....DAL basso.....per ribadire la Nostra Sovranità sancita dalla Costituzione scritta che riconosce il Diritto-Dovere per ogni cittadino di Vivere in armonica sintonia con l'Ambiente A 360 GRADI...questo oggi è possibile applicando le Nuove tecnologie alternative, alle Vecchie pratiche agricole e industriali che producevano Economia Verde rispettando i cicli naturali della cose.Zerogas:IL FUTURO E'ra ORA!!
05 agosto 2010
18 maggio 2010

Domani mercoledì 19 maggio 2010 Ore: 20.30 - 22.00
AUDITORIUM ISTITUTO SCOLASTICO CARDANO
Via: via Natta 11 - MM1 LAMPUGNANO (appena fuori il Metrò)
Milano, Italia
EVENTO FACEBOOK



Quello che presentiamo è uno spettacolo, costruito per frammenti. I testi sono versi, documenti d’archivio, brani “epici”, cultura popolare.



Ho immaginato, nello scrivere il testo, che fosse necessario offrire una lettura dei mali dell’uomo contemporaneo, degli orrori del ‘900. Ho scritto il libro durante la guerra del Kosovo, nella primavera del ’99. L’Europa, in questo ultimo mezzo secolo divenuta riferimento di pace e di speranza dopo i due terribili conflitti mondiali sollevatisi dal suo interno , aveva alle sue porte - alla fine del ‘900 - di nuovo la guerra.
Scrivendo il testo e raccogliendo alcuni “fiori” della poesia e del teatro mondiali, ho cercato di dare un contributo intellettuale per una lettura teatrale dei mali del ‘900. Ho immaginato che una figura simbolica della pace, San Francesco, quale emerge da un film di Roberto Rossellini, ritornasse sulla terra per assistere (attraverso un insieme di visioni, ossia attraverso il dono della "seconda vista" della concezione medievale) insieme a tre monaci agli orrori del ‘900.
I contenuti sono scanditi e racchiusi nei quattro titoli dei quadri: la Guerra, il Lager, la Camorra, la Pace.
Nel quadro della Guerra compaiono scene riprese da testi di Brecht, Quasimodo, Neruda e Silone. Nel quadro del Lager, incentrato sulla persecuzione ebraica (intesa come prevaricazione, intolleranza e razzismo) sono rintracciabili brani di Peter Weiss, la poesia di Joyce Lussu "Scarpette rosse" e la poesia "Se questo è un uomo" di Primo Levi. Il quadro sulla Camorra non indica soltanto la camorra napoletana, ma allude simbolicamente alla delinquenza organizzata che ormai avvolge come una piovra l’economia e spesso anche la politica mondiali. I riferimenti espliciti alla camorra napoletana (quali l’immagine della piovra, i testi della camorra classica, le regole dell’altro stato ,il giuramento di iniziazione del giovane camorrista) sono anche l’occasione per recuperare la bellezza del canto napoletano noto in tutto il mondo. È inclusa nel quadro della Camorra anche la poesia di Jacopone da Todi, nella quale è evocata la Vergine Maria che piange il Cristo morto, posta in analogia con il pianto della madre sul camorrista ucciso.
L’ultimo quadro dello spettacolo è quello della Pace, che si presenta come una apertura alla speranza. San Francesco, dopo aver assistito alle visioni delle ‘realtà da inferno dantesco’, sale sul palcoscenico e si mescola agli attori. Attraverso una canzone antimilitarista di Luigi Tenco e attraverso "La vie en rose" si giunge a mettere in evidenza un’attrice che reca in mano la colomba di Picasso, simbolo della pace estetico-figurativa dell’epoca contemporanea.
Alla fine la prospettiva della speranza e l’annuncio della pace rischiarano l’animo dello spettatore che, avendo vissuto l’orrore e la pietà nei primi tre quadri, giunge al momento della catarsi e può finalmente guardare a un nuovo secolo di pace, auguralmente fondato sui valori della tolleranza, del rispetto e della convivenza civile.
Lo spettacolo è un continuum: tra un quadro e l’altro non c’è soluzione di continuità, non c’è interruzione in atti. All’interno dei quattro quadri compaiono
immagini in diapositive (che hanno evitato di costruire suppellettili, oggetti, e hanno anche evitato di utilizzare strutture di scena). Con una scenografia decisamente "povera", nello spettacolo acquisiscono grande rilevanza sia la musica che gli attori.
Assai significativi sono i brani musicali. La canzone d’inizio è in latino: un canto pregregoriano di Hildegard von Bingen, una suora tedesca del Medioevo. Poi ci sono anche la canzone di Bertolt Brecht "La Ballata del soldato morto", uno struggente canto ebraico che introduce il quadro del Lager, una serie di canzoni napoletane caratterizzanti il quadro della Camorra (da "Era de maggio", a "Canzone ‘e sotto ‘o carcere", al "Canto delle lavandaie del Vomero"). Nell’ultimo quadro ci sono, infine, "E se ci diranno" di Luigi Tenco e la celebre canzone francese "La vie en rose".
Fra maschera e poesia, prosa e canzone, grido e gestualità, lo spettacolo è omaggio di speranza. Per chi sarà migliore, come canta Hikmet, “di chi è nato dalla terra, dal ferro e dal fuoco”.

Vincenzo Cutolo
14 maggio 2010
Mariarca Terracciano di 45 anni, aveva iniziato la protesta togliendosi 150 ml al giorno di sangue. La donna, in servizio all'ospedale San Paolo di Napoli. Ieri in seguito a un malore mentre era al lavoro è morta


Le 500 aziende più grandi del mondo nel 2009 hanno aumentato i profitti del 335%
Dall'altra parte le lavoratrici e i lavoratori pagano la crisi del capitalismo e, alcuni, muoiono. Ribelliamoci!!!
07 maggio 2010
Domenica 9 Maggio 2010 dalle ore 15,00 alle 20,00, Piazza dei Mercanti (milano) 

Presidio in memoria di Peppino Impastato ucciso dalla mafia il 9 Maggio 1978. In adesione al Forum di Peppino e Felicia Impastato nella lotta alla mafia e nella difesa dei valori della Costituzione. Per non dimenticare la battaglia di un giovane pieno di speranza e voglia di libertà che pagherà con la vita l'atto di insubordinazione contro il boss mafioso Gaetano Badalamenti a Cinisi (Pa). Sarà spunto per ricordare attraverso fatti e connivenze reali la subdola ma opprimente presenza della 'ndrangheta in Lombardia ! ... a supporto informativo verrà trasmesso il film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana


Mi posso dichiarare giustizialista? No! Semplicemnte sono un comune cittadino che ne ha piene le palle di vedere italiani che valgono meno di zero sia come persone che professionalmente derubare l’Italia a discapito degli stessi italiani, a danno di persone che valgono il doppio di loro a tutto campo.

Sono stanco di vedere che la costante, continuativa ed impunita infrazione delle regole diventi a sua volta la “regola comune” perchè facente, sfacciatamente, parte del modus operandi dello pseudo capitalismo moderno all’italiana. Sono tutti capaci a fare business e promuoversi novello tycoon con i soldi degli altri, infrangendo le regole e ponendosi fuori da un qualsiasi sistema di concorrenza. Questa non è imprenditoria ma si chiama ladrocinio sponsorizzato e rappresenta una delle maggiori attività in voga nella Repubblica Italiana a partire dalla politica.
Ciarrapico è una vita che vive nei sospetti ma nessuno se nè mai preoccupato, è diventato persino senatore nel partito dei farabutti ed accolto a braccia aperte perchè è un imprenditore che muove soldi e persone, dei suoi scheletri nell’armadio la politica Berlusconia (e non solo) se ne fotte, problemi dei comuni cittadini mica dei potenti!
Bene, Ciarrapico ha scalato anno dopo anno posti di rilevanza sociale creandosi un piccolo impero al suo servizio. Ha posizionato i suoi fili in punti chiave ungendo per bene il meccanismo politico tanto che spazia dalla sanità all’editoria con una legerezza degna di Carla Fracci. Che Ciarrapico puzzava di marcio lo spaevano in molti eppure tutti si turavano il naso, chissà come mai!
Ma Ciarrapico è uno dei tanti e non è neanche tra i peggiori. Anche inquesto la Lombardia ci fa scuola! Il plurieletto, a sprezzo di legge che diventa interpretabile, Formigoni si vanta di avere istituito il sistema di sanità perfetto equiparando pubblico e privato. Peccato che la finta concorrenza abbia costi poco chiari e presenti preoccupanti falle sull’effettiva professionalità di chi nella sanità vi esercita. Vedi correnti politiche come Comunione e liberazione. Anche quì slata fuori il Ciarrapico lombardo, Giuseppe Rotelli imprenditore della sanità e da poco secondo azionista di maggiornaza di RCS. Nel momento in cui il privato sostituisce il pubblico in ogni campo finisce la libertà ed il senso stesso dello Stato democratico.
Guarda caso è proprio quello a cui aspira Silvio Berlusconi, la privatizzazione dello Stato.
04 maggio 2010

Nel paese dove non ci sono i soldi per compare la carta igienica nelle scuole, così su due piedi si trovano “5,5 MILIARDI EURI” per aiutare la Grecia.

Va bene che se la Grecia va in defaut, si trascina dietro mezza Europa compresa l’Italia, ma quanto sono generosi gli amministratori del condominio Italia con i soldi dei contribuenti.
Vorrà dire che il nostro debito pubblico passerà da 1800 miliardi a 1805 miliardi in solo botto e se fossimo sicuri che in questo modo gli speculatori si fermassero, per noi potrebbe anche essere un affare, si salva la Grecia ma anche l’Italia.
“MA SE LA SPECULAZIONE INTERNAZIONALE NON SI’ FERMA” e va a caccia d’altre prede, che succede continuiamo ad essere così generosi anche con le altre vittime della speculazione internazionale o ancor peggio se la prossima preda della speculazione internazionale fosse l’Italia, che faremmo.
“A ME MI SA” che questi speculatori siano gli stessi Avvoltoi delle grandi Istituzioni finanziarie, che prima allegramente hanno creato le condizioni per innescare questa gran crisi economica totale, che poi sono state salvate dagli stati, in modo tale da trasferire “LE LORO PERDITE PRIVATE A CARICO DEL DEBITO PUBBLICO”, ed ora che si sentono in salvo, hanno ripreso la loro azione predatoria, azzannando anche i loro benefattori, “SONO DELLE BESTIE FAMELICHE CHE SPUTANO ANCHE NEL PIATTO DOVE MANGIANO”.
“SE VERAMENTE SI’ VUOLE INTERROMPERE QUESTA SPIRALE DI CANNIBALISMO ECONOMICO GLOBALE, MEGLIO ERA LASCIARE FALLIRE COMPLETAMENTE LA GRECIA IN MODO DA NON DARE NESSUNA SPERANZA A QUESTI AVVOLTOI DI GUADAGNARCI SOPRA”.
Stiamo finanziando la speculazione internazionale, che ha già pronta la corda con cui impiccherà l’Italia e mezza Europa.

“LASCIAMO FALLIRE LA GRECIA” in modo tale da lasciare
l’amaro in bocca agli speculatori, così la prossima volta ci penseranno due volte prima di fare dei giochini d’azzardo.
03 maggio 2010
Freedom House ha pubblicato la nuova classifica della libertà di stampa. Sostanzialmente siamo rimasti tra la 72° e la 75° posizione, ma ci siamo confermati l'unico paese dell'europa occidentale "parzialmente libero".


Complimenti a Tonga che dopo un lungo inseguimento (l'anno scorso eravamo pari) ci ha superato.
Ora attendiamo il sorpasso di Namibia e Timor Est.

DATI 2009 E 2010




31 marzo 2010

Angelino Alfano, nel bestiario italiano di cui abbiamo scritto e scriveremo, occupa una posizione di rilievo. Leggi vergogna, bavaglio alla stampa e alla magistratura, separazione delle carriere e discrezionalità dellazione penale, legittimo impedimento e processo breve, blocca processi e Lodo Alfano. Tutore dimpunità, campione di corte. Una corte privata che grava sulle spalle degli altri: i cittadini onesti.

Che dire? Si confermano i timori e si rafforza la convinzione: queste elezioni sono state «moralmente» invalide perché la campagna elettorale è stata manomessa, l’informazione è stata alterata, gli elettori sono stati raggirati e il figlio di Bossi è stato eletto. Ora i Veneti sono tutti tranquilli e sicuri con il figlio di paparino in regione. Berlusconi ha impostato manifesti con il suo nome nelle regioni: non c’entrava niente, ma ha depistato le ragioni del voto e ha imposto una campagna sul governo terrorizzando: «non daremo nulla alle regioni che votano sinistra». In Campania ha votato e vinto la camorra, in Calabria la ‘ndrangheta e in Italia la stupidità sposata alla paura che ha premiato la lega che l’ha sempre fomentato.

Non c’è che dire: siamo bene messi, anche perché la sinistra ha dimostrato di non avere imparato nulla dalla storia recente e passata: dopo le prodezze del Lazio, potevano sperare di reggere? Dopo la politica camorristica di Bassolino e la sceneggiata dei rifiuti, la Campania era e resta saldamente in mano alla malavita, rappresentata da Cosentino che resta rafforzato. La sinistra ha cercato di digrignare i denti solo dopo cena per non disturbare pranzo e cena del caimano. Frantumata al suo interno e anche fuori tra alleati, sono destinati ad emigrare in Cirenaica ai lavori forzati. Io ho sempre più profonda la convinzione che Berlusconi li paghi per fare quello che sanno fare bene: un’opposizione senza opposizione, dividersi sempre più e mettere in lista persone impresentabili. Si aggiunga che in Puglia ha vinto Vendola che la sinistra ha avversato con grande senso di fiuto politico e cretineria strategica. Mi viene voglia di mandarli tutti in «culibus mundi».

Nel Lazio poi saranno contenti la Cei e il Vaticano che si sono assestate come lobby d’interessi: hanno salvato il giardino di casa, ma a che prezzo? Hanno certificato che l’Italia non solo è laica (cosa molto buona), ma è anche xenòfoba e paganamente sincretista con una religione civile che nulla ha da spartire con il Cristianesimo. Vengono meno le ragioni che tenevano unita l’Italia e ora ci prepariamo ad uno smembramento parcellizzato. Ne pagheranno le conseguenze a lungo termine.. Un mio amico, Paolo Moiola, mi scrive che Berluska è il sintomo, la patologia sono gli Italiani. Non c’è nulla da fare vent’anni di aizzamento a farsi ciascuno gli affari suoi con furbizia e disonestà, hanno avuto l’effetto voluto. Ora l’Italia è seduta su cumulo di macerie etiche, di cui importa nulla ad alcuno, costituzionali e istituzionali. Ora in modo ufficiale e democratica l’Italia è un vero bordello, e i vescovi fanno le entraineuses.



PS. Nota sulla Liguria. Tre fatti sorprendenti di ordinaria amministrazione. Il primo: Genova, Medaglia d’oro della Resistenza, non si tocca e non si è lasciata incantare dalle sirene di destra. Il quartiere dove dovrà sorgere la Moschea ha dato un netto vantaggio al pd. La lega pur crescendo non sfonda, ma unico caso nel nord, viene contenuta. Terzo fatto: a Imperia ha fatto man bassa di voti il figlio di Scajola. Bisogna proibire che si possano candidare figli e parenti di senatori, deputati e politici in esercizio. Questa non è democrazia, ma dinastia che è l’unica «politica» della destra. In Veneto c’è il piccolo Bossi, in Liguria il piccolo Scajola: si facevano chiamare moralizzatori della politica. Si, di padre in figlio


Paolo Prete
16 marzo 2010



Ripensando alle parole di Alberto Ricci e ai concetti che quelle si tirano dietro, ho particolarmente apprezzato la definizione di “sinistra liberale” data da lui, una precisa posizione politica nel cui approccio mi riconosco totalmente.



Convinto che le istituzioni di una Repubblica democratica, che dir si voglia, debbano essere pensate e realizzate in funzione di una sempre più soddisfacente giustizia sociale, penso ugualmente che il metodo d’indagine praticato non possa che essere razionale, per così dire “illuministico” nel senso storico-europeo del termine.
10 marzo 2010
Battibecco con il sedicente giornalista Rocco Carlomagno durante la conferenza stampa: ''Lei è un villano''
Terminata la conferenza stampa, il ministro La Russa è tornato ancora vicino a Carlomagno, sono volate parole grosse, e per poco non si è arrivati alle mani, davanti a telecamere, fotografi e giornalisti. Dinanzi ai modi decisi del coordinatore del Pdl, Carlomagno lo ha definito un "picchiatore fascista".
Bagarre, urla e parapiglia nella sede del Pdl, in via dell'Umiltà a Roma, durante la conferenza stampa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo le domande di un free lance presente all'incontro tra il premier e i giornalisti sul 'caos liste'. Il free lance, che si chiama Rocco Carlomagno, ha cercato di porre una domanda al premier sul "caso Bertolaso" e sul decreto "salva-liste", ma i collaboratori di Berlusconi gli hanno chiesto di aspettare il suo turno, visto che il microfono era già in mano ad un altro cronista. Carlomagno ha insisto e i toni si sono accesi, tanto che Berlusconi ha chiesto "di accompagnare quel signore alla porta". Mentre gli uomini della sicurezza si avvicinavano al free lance è intervenuto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa che in un primo momento ha chiesto alle forze dell'ordine di desistere, poi sono volate parole grosse, e per poco non si è arrivati alle mani
Un assistente di Silvio Berlusconi, durante il battibecco con il giornalista freelance Rocco Carlomagno, si avvicina al leader del Pdl e lo 'richiama': "Presidente, non esageri. Le potrebbero fare queste domande. E' uscita un'agenzia di Fini. Le ho fatto un'ipotesi di risposta''
ma come.. gli dettano le risposte ?? per fortuna ha detto che non era una conferenza "preconfezionata"..


09 marzo 2010
Un degrado e uno sfruttamento diffusi da nord a sud e indegni di un paese civile. La politica della gente comune ha ormai superato lo stadio che impantana la politica italiana. Noi siamo gente del sud, del nord, immigrati, delle più diverse convinzioni politiche e religiose che hanno scoperto di avere 10 sogni in comune la cui realizzazione è necessaria per trasformare la società italiana in un mondo meno ingiusto.

Vogliamo unire la ricchezza delle nostre differenze e usarla come leva per scardinare la mentalità della divisione, dell’indifferenza e dell’arroganza che sta avvelenando il Paese. Questo sforzo corre su Facebook e lo sta attraversando come uno tzunami. Un’onda identica a quella che sta attraversando il Paese.

08 marzo 2010


SILVIO BERLUSCONI

“ Il capo del governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.



Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini ? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale.
La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.
Presso un popolo onesto sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buonsenso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori ; mimo abile e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare “

ELSA MORANTE  su Mussolini 1945




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07 marzo 2010
In difesa della libertà di espressione e di informazione in rete, contro il decreto Romani e ogni tentativo di censura governativa

Presso il circolo Arci di via S. Bartolo a Cintoia, 95. Dalle ore 20,45

Interverrano tra gli altri

Guido Scorza
Luca Neri
Vincenzo Vita
Alessandro Gilioli
Claudio Messora
Piero Ricca

Promuovono l’incontro: Popolo Viola Firenze, Qui Milano Libera, Grilli Firenze, Claudio Messora, Paolo Papillo
27 febbraio 2010
SANDRO PERTINI si ricorda uno dei protagonisti del
CLN e della Liberazione di Milano dal nazifascismo, Liberazione dalla quale è nata la nostra Costituzione oggi posta sotto un feroce attacco da parte
del governo; ricordando SANDRO PERTINI si rialza la bandiera di un socialismo fondato sui valori dell’uguaglianza e della libertà,
contrapponendosi ai tanti che, purtroppo in modo bipartisan, hanno voluto recentemente celebrare Craxi come grande statista, per me invece simbolo di
un stagione di corruzione e di una politica fondata sull’interesse proprio e dei propri sodali.
23 febbraio 2010

Mercoledì 24 febbraio, in occasione del ventennale della morte di Sandro Pertini, saremo in piazza per la ventisettesima agorà (sempre con regolare preavviso alla questura).

Non sarà una cerimonia formale, ma un modo simbolico per opporre all’attuale degrado un esempio di nobiltà della politica.
L’appuntamento è dalle ore 17,30 alle 20 presso il monumento a Pertini (che in questo periodo è impacchettato per lavori in corso) tra via Montenapoleone e via Manzoni. A Milano.
Verrano letti scritti di Pertini, girerà un microfono tra i partecipanti, porterà la sua testimonianza anche l'ing. Umberto Voltolina, cognato di Pertini.
Sarà esibito uno striscione con la scritta: "La politica deve essere fatta con le mani pulite" (citazione da un discorso di Pertini agli studenti). Verranno distribuiti volantini intitolati: "Grazie Sandro!".

Organizza Qui Milano Libera

16 febbraio 2010
Disboscare, cementificare, prediligere proteine animali alle vegetali, sprecare fiumi di
energia al di là del potere tampone della biosfera non è saggio: ci stiamo togliendo la
terra, l'acqua e presto l'aria di sotto i piedi. Acqua pubblica, uso di energie rinnovabili e connessioni gratuite per tutti sono alcuni dei punti fondamentali che Mariella e il Movimento vogliono portare avanti
Io la sostengo a Desio


GRUPPO FACEBOOK


12 febbraio 2010
BERTOLASO NON SI TOCCA..
CI PENSA LA FISIOTERAPISTA...SIAMO LA REPUBBLICA DELLE BANANE, GOVERNATI DA PUTTANIERI, TAGLIEGGATORI, LADRI, GENTE CHE SE LA RIDE QUANDO LA GENTE MUORE SOTTO LE MACERIE...ORMAI DI NOI RIDE L' INTERO PIANETA  ANCHE GLI AVATAR.


MA I PARTIGIANI CHE HANNO VERSATO IL SANGUE, I SERVITORI DELLO STATO MORTI PER DIFENDERE LA LIBERTA', FALCONE E BORSELLINO SONO MORTI PER CONSEGNARE LA REPUBBLICA IN MANO A COSTORO.
 IL VOMITO E LA NAUSEA MI PRENDONO ALLA BOCCA DELLO STOMACO...PRIMA O POI DEVE FINIRE...APRITE LE PORTE DELLE GALERE...FATEGLI SENTIRE IL PROFUMO DELLA MERDA !!

NON VINCONO - Pierangelo Bertoli


È guerra tra il cane che sfrutta
e l'uomo sfruttato
è guerra tra il porco che inganna e l'uomo ingannato
è guerra tra il popolo schiavo che soffre e patisce
e il cane che affama ed opprime e il dolore sancisce
eppure qualcuno ha creduto alla pace coi lupi
e adesso ci stanno opprimendo e rendono i tempi più neri e più cupi.




11 febbraio 2010

Ricordiamo che Sabato 13 febbraio l’agorà sarà un convegno: “Libero Web in libero Stato”, in difesa della libertà di espressione e di informazione in rete, contro il decreto Romani e ogni tentativo di censura governativa.



Tra i relatori per ora confermati: Giulio Cavalli, Claudio Messora, Guido Scorza, Roberto Zaccaria, Marco Trotta, Loris Mazzetti, Daniele Biacchessi, Daniele Martinelli e altri ancora.


TEATRO BLU in MILANO
via CAGLIERO 26 (MM Sondrio)
dalle 15 alle 18,30
INGRESSO LIBERO

EVENTO su FACEBBOK
05 febbraio 2010
Questo è l'intervento di Roberta di QUI MILANO LIBERA

La prossima Agorà si svolgerà (con regolare preavviso alla questura) sabato 6 febbraio nel centro di Milano, in via Dante ad angolo con via Rovello, davanti al vecchio Piccolo Teatro. Dalle ore 14 alle 18,30. Fate girare la voce!

Tra i temi in discussione: “Libero Web in Libero Stato”. Che sarà il titolo del convegno che stiamo organizzando per sabato 13 febbraio, contro il decreto Romani e ogni tentativo di censurare la libera espressione sul web. Restate in contatto per i dettagli.

31 gennaio 2010


Di Giuseppe noi ricorderemo il coraggio, la fierezza e la forza delle sue idee.
Lui mi ha ispirato per la prima volta e stato la spinta per tutto

Giuseppe era un ragazzo con la voglia di lottare e denunciare le ingiustizie. pieno di coraggio, come lo aveva dimostrato la sua presa di posizione contro sgarbi. Tanti sono quelli che hanno belle idee, ma non tutti li mettono in pratica; lui invece si.
Giuseppe era un ragazzo molto attivo nella realtà delle sue zone. Youtube ha avuto il merito di farlo arrivare nella sua genuina voglia di libertà anche qui ad Arona. Ma a quanto so,appunto, dava "fastidio" a tanti con i suoi giornalini e le sue attività per la legalità. Visto che adesso in Italia si muore di lavoro... completate voi la frase, vah
L.

27 gennaio 2010

L'Onorevole Silvio Berlusconi, sta visitando una scuola elementare.



Una delle classi e' nel bel mezzo di una discussione legata alle parole ed al loro significato.


L'insegnante chiede all'illustre ospite se desidera portare avanti la spiegazione sulla parola "tragedia".


Così Berlusconi chiede alla classe un esempio di una "tragedia".


Un bambino si alza e propone:

"Se il mio migliore amico, che vive in una fattoria, sta giocando nel campo di granturco e un trattore gli passa sopra e lo uccide, quella sarebbe una tragedia".


"No" dice il leader di Forza Italia "quello sarebbe un INCIDENTE".


Una bambina alza la mano:


"Se uno scuolabus con dentro 50 bambini finisce in una scarpata, e tutti quelli dentro muoiono, quella Sarebbe una tragedia".


"Temo di no" spiega


il cavalier Berlusconi "quella la chiameremmo una GRANDE PERDITA".


La classe resta in silenzio e nessun bambino alza la mano.


Berlusconi si guarda in giro.


"Non c'è nessuno che riesce a darmi un esempio di tragedia?"


Alla fine un bambino in fondo all'aula si fa avanti con una vocina bassa bassa dice:


"Se un auto blu, mentre trasporta l'Onorevole Silvio Berlusconi,venisse colpita da un autoarticola

autoarticolato e ridotta a pezzetti, quella sarebbe una tragedia".


"Fantastico" esclama Berlusconi "E' giusto. E mi puoi dire perché sarebbe una tragedia?"


"Beh" dice il bambino "deve essere per forza una tragedia, perché di sicuro non sarebbe una grande perdita e, probabilmente, non sarebbe nemmeno un incidente!".
22 gennaio 2010


Un degrado e uno sfruttamento diffusi da nord a sud e indegni di un paese civile. La politica della gente comune ha ormai superato lo stadio che impantana la politica italiana. Noi siamo gente del sud, del nord, immigrati, delle più diverse convinzioni politiche e religiose che hanno scoperto di avere 10 sogni in comune la cui realizzazione è necessaria per trasformare la società italiana in un mondo meno ingiusto.



Vogliamo unire la ricchezza delle nostre differenze e usarla come leva per scardinare la mentalità della divisione, dell’indifferenza e dell’arroganza che sta avvelenando il Paese. Questo sforzo corre su Facebook e lo sta attraversando come uno tzunami. Un’onda identica a quella che sta attraversando il Paese.

E’ giunto il tempo della trasformazione del dissenso individuale e degli impegni generici in scelte di campo e in azioni di lotta pacifiche ma determinate. Azioni condivise sul terreno della condivisione dei principi e degli ideali. Il nostro non è solo un sogno velleitario, ma una battaglia di civiltà per il progresso umano e l’affermazione dei diritti. In pratica una battaglia per affermare la lettera e i valori della Costituzione Repubblicana e la carta dei Diritti dell’ Uomo. Non è poco perché è ormai su questo terreno che si afferma la fondamentale differenza fra progresso dell’umanità e la conservazione di nuovi e vecchi privilegi.

E quindi:


noi abbiamo un sogno. Che nel Paese venga isolato e sconfitto il clima di intolleranza verso i migranti che è stato in modo cosciente seminato nel Paese anche da irresponsabili forze di governo.


Noi abbiamo un secondo sogno: che ai migranti, a prescindere dal loro status, siano garantiti i diritti fondamentali, umani e civili, previsti dalla costituzione e dalle leggi internazionali, in particolare in relazione agli articoli 2, 3 e 8 della costituzione con riferimento anche alla convenzione 143 della UE che garantisce la promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti ratificata dal nostro paese nel 1981. Sappiamo che l’esclusione del diverso dai diritti è la premessa necessaria alla riduzione dei diritti di tutti come già drammaticamente avvenuto nella recente storia del nostro Paese.


Noi abbiamo un terzo sogno: che nel nostro Paese cessino le violazioni dei diritti umani per i lavoratori migranti sprovvisti di documenti e cessi la aggressiva e discriminatoria retorica usata da leader politici, in particolare della Lega Nord, che istigano alla xenofobia e al razzismo e che associano esplicitamente la criminalità ai Rom, ai credenti di fede musulmana e agli africani in quanto “diversi” dal punto di vista etno-genetico, creando un ambiente di intolleranza e ostilità pregiudiziale nell’opinione pubblica


Noi abbiamo un quarto sogno: che nel nostro paese cessino le gravi violazioni dei diritti umani verso i lavoratori migranti dell’Africa, dell’Est Europa e dell’Asia, cessi la abominevole pratica dei respingimenti e dell’omissione di soccorso, cessino maltrattamenti, salari infimi, orari eccessivi e cessino le situazioni di lavoro schiavistico in cui parte della paga è trattenuta dall’impresa per un posto in dormitori affollati senza acqua né elettricità o in cui i lavoratori sono costretti a vivere in bidonville fatiscenti e degne persino delle aree più desolate del terzo mondo.


Noi abbiamo un quinto sogno: che nel Nostro Paese venga applicata la legge punendo prese di posizione pubbliche razziste e xenofobe contro gli immigrati e vengano sanzionati come istigazione alla violenza discorsi pubblici e prese di posizione politiche di tipo discriminatorio ispirate dall’odio contro gli stranieri.


Noi abbiamo un sesto sogno: che i centri di “identificazione” cessino di essere dei lager e che non si ripetano maltrattamenti ingiustificati verso i Rom, specialmente quelli di origine romena, durante i raid per lo sgombero dei campi.


Noi abbiamo un settimo sogno: che il governo di questo paese compia atti concreti per migliorare nella pubblica opinione, la conoscenza e la consapevolezza della discriminazione, e per integrare concretamente e in modo duraturo i migranti e le loro famiglie come membri della società a tutti gli effetti.


Noi abbiamo un ottavo sogno: che in questo paese cessi la violenza della xenofobia, della omofobia e del razzismo perché il rischio è quello di una deriva violenta e incontrollabile le cui conseguenze lascerebbero ferite destinate a non sanarsi mai più precipitando l?Italia in una vergognosa condizione unica nei paesi del mondo ad economia avanzata, vanificando quanto di buono, con il coraggio, il sangue e il sudore e la qualità del loro lavoro, i nostri emigranti hanno fatto in tutto il mondo per il prestigio della nostra comunità nazionale.


Noi abbiamo un nono sogno: che l’Italia e gli italiani riescano a far dimenticare alla comunità internazionale la vergogna delle atrocità commesse nelle colonie durante il ventennio fascista e l’atrocità delle leggi razziali del fascismo contro la comunità ebraica italiana.


Noi abbiamo un decimo sogno: che in Italia prevalgano la logica del progresso e della promozione umana, la logica e la cultura dell’accoglienza e del soccorso, la pratica e la difesa della dignità delle persone, uomini e donne, di ogni colore e provenienza.


Manifesto per la adesione a No.R.Day – No Razzismo Day – Milano 6 marzo 2010
 
GRUPPO FACEBOOK ''NO LEGA NORD DAY NOVARA''
14 gennaio 2010







Dal 1983 Consigliere Comunale di Milano, sono sempre stato rieletto nelle successive elezioni.


Presidente della Commissione Urbanistica dal 1995 fino al 1996 (mi dimisi all'indomani della marcia leghista per l'Indipendenza della Padania del 15.9.96) per l'indisponibilità a qualunque forma di collaborazione istituzionale con chi pratica divisione e secessione.


Ho fatto parte, eletto dal Consiglio Comunale di Milano come rappresentante dell'opposizione, del Consiglio di Amministrazione del Canale Milano-Cremona-Po.


Sono stato componente della proposta di giunta collegata alla candidatura a Sindaco di Milano di Nando dalla Chiesa.


Sono nato a Milano il 24.11.1946. Ho sposato Marta e sono il papà di Lorenzo e Cecilia.


Mi sono laureato all'Università Statale in Fisica nel 1971 e sono docente di ruolo all'ITIS Ettore Conti di Milano dal 1973.


In Consiglio Comunale la mia attenzione è stata rivolta prevalentemente sulle questioni del territorio contro le speculazioni, sui problemi dell'ambiente, sulle questioni sociali (assistenza, sanità, emarginazione), sulle privatizzazioni.


Ho combattuto molte battaglie sulla questione morale e per la trasparenza amministrativa, quando combattere era considerato da molti una perdita di tempo.


Le mie denunce politiche hanno trovato puntuale conferma nelle indagini della magistratura.
12 gennaio 2010


Il massacro culturale degli ultimi vent’anni ha ridotto ai minimi termini memoria e senso critico di una parte cospicua degli italiani, e in particolare delle nuove generazioni. Di seguito il testo dell’intervento in piazza Cordusio di Andrea, 19 anni, tra i nuovi arrivati in Qml. Nel video una parte dell’intervento di Roberta, di due anni più giovane. Non li vedrete mai da Maria De Filippi. Quanti loro coetanei oggi in Italia sono in grado di concepire discorsi del genere? Ecco il nostro vero problema.

“Vorrei citarvi un breve articolo della Costituzione, l’art. 54, che mai viene richiamato alla memoria, quando invece si dovrebbe farlo spesso. La nostra classe dirigente, in particolar modo, si guarda bene dal parlarne, mentre al contrario è molto ben disposta nel rievocare altro genere di articoli, come quello sull’immunità parlamentare, cioè quella forma di garanzia di cui godevano i parlamentari e di cui troppo spesso avevano ingiustamente abusato. Ed è la stessa classe politica che considera la Costituzione carta straccia filosovietica, tranne, evidentemente, nei punti che le fanno più comodo di volta in volta. Inutile dire che l’art. 54 non rientra fra questi punti. Recita infatti: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Adempiere le funzioni pubbliche con disciplina ed onore: qualcosa di sconosciuto per molti nostri parlamentari.
Ebbene io sono stanco di quei personaggi che con traboccante arroganza calpestano ogni giorno le istituzioni fondamentali della nostra democrazia: sono stufo di sentire il Presidente del Consiglio attaccare continuamente la Costituzione, la Corte Costituzionale ed il Capo dello Stato, e demonizzare qualsiasi forma di democratico dissenso bollandolo con il termine dispregiativo di “comunista”. Sono stufo di vedere ministri insultare la magistratura, sono stufo di sentirmi dire che l’articolo 1 è “senza senso”, sono stufo di sentire ministri della Repubblica affermare di “pulirsi il culo con il tricolore” e di “aver ordinato carichi di carta igienica tricolore”. Sono stufo di vedere un’opposizione (o presunta tale) che, eccezion fatta per quei pochi come Di Pietro, non fa il suo dovere: quello di opporsi.
Ma soprattutto, ciò di cui sono veramente stanco è il continuo uso della menzogna per distorcere la realtà, è questo abuso spregiudicato della mistificazione come mezzo di propaganda politica. Sono stanco dell’utilizzo sistematico della bugia che certi revisionisti adottano per reinterpretare a loro uso e consumo la storia: è in questo modo che la realtà viene capovolta, è in questo modo che si confonde la vittima con il carnefice, il ladro con il derubato. In questo modo un personaggio come Craxi non è più quel che è realmente, cioè un corrotto, ma diviene una vittima del giustizialismo. In questo modo mafiosi assassini come Mangano si trasformano in eroi, se non fanno certi nomi. Ma la verità è che chi scappa per sottrarsi alla giustizia si chiama latitante, e non esule, così come i mafiosi che tengono la bocca chiusa non si chiamano eroi, ma omertosi! Ecco perchè siamo qui oggi: oltre che per difendere la nostra democrazia, anche per ridare il giusto senso ad un pezzo infame della nostra storia.


pieroricca.org

11 gennaio 2010

Io sono totalmente in disaccordo con questa manifestazione. Io voglio per Milano decine di piazze. Voglio Corso Buenos Dell'Utri, Largo Mangano, voglio tutte le vie. Sarebbe una cosa straordinaria! Noi siamo qui perché c'è un'operazione di pulizia, che proviene ancora da quelle di una volta. Io sono stato mandato via dalla Rai - ma non voglio farne un discorso personale -, perché avevo fatto una battutina, stupidissima: “tutti in Cina, sono andati in Cina i socialisti, i cinesi sono socialisti, a chi rubano?”. E’ scoppiato il finimondo!


Allora io vi dico: Craxi statista? Uno statista non sarebbe mai andato in televisione a dire di un comico, come me, di Genova: Grillo non si deve permettere, detto dal Presidente del Consiglio. Vuol dire che di statista ha poco. Perché uno statista avrebbe detto: “Grillo è un comico, mi ha fatto ridere però ha un po’ esagerato…”. Mi avrebbe rovinato la carriera! Invece, il fatto che il Presidente del Consiglio e tutto il partito di Governo fosse andato contro un comico di Genova, ha fatto sì che io diventassi un martire! Invece io sono andati avanti.


Io faccio un po’ di informazione come loro, come Byoblu, come Ricca. Facciamo un po’ di informazione ognuno con i propri modi, con i propri mezzi, e il problema è proprio qui, è l’informazione. Io arrivo qui con questo piumino perché ho sentito le previsioni del tempo. Ho sentito dei telegiornali, sembrava uno psicodramma di un istituto di malati di mente. Stavano dicendo: “Doveva nevicare, non è nevicato. Il sale non è stato sparso per le strade. I mezzi di soccorso non sono usciti. L’incidente al decimo chilometro non c’è stato. I pronto soccorsi non hanno lavorato…”. Non c’era un cazzo. E hanno chiuso le scuole! Hanno toppato tutte le previsioni, e quello dell’ASL stamattina è uscito al telegiornale a dire: “Bastava un grado in meno ed eravamo pronti!”. Siamo nella demenza senile. E’ proprio dell’informazione che hanno paura, hanno paura di questo. Quindi queste manifestazioni ci sono. Ricca e gli altri sono nelle piazze. Cryptonite si aggirava qui intorno, Di Pietro. E’ uno che non si ferma. Meno male che c’è ancora un’opposizione in Italia, normale, seria.


Voi siete in una città dove 150 persone muoiono ogni anno per le micro-polveri da traffico. Avete il sindaco indagato. Il comune oggi è una società per azioni, ve l’hanno privatizzato sotto gli occhi. Allora i cittadini devono tornare a riempire i comuni, le regioni e il parlamento. Il parlamento non c’è più. Abbiamo avuto delle elezioni illegali. Sono andato a cercare di parlare con la seconda carica dello Stato, con Schifani. Ho sbagliato io. Lui aveva chiesto un incontro privato. Io gli avevo chiesto: “Guardi, mi faccia venire con una web-cam”. La parola web-cam l’ha stravolto di paura. Ha chiesto cos’è la web-cam. Ha chiamato il Prefetto: cos’è la web-cam? Han chiamato la Digos: cos’è la web-cam? Avessi detto una cazzettina di telecamerina così, non se ne accorgeva. Ma il fatto che abbiano paura del contradditorio, dei cittadini, cioè della rete è sintomatico. Anche il nostro Presidente ha fatto il suo primo discorso su YouTube, ma ha tolto i commenti in entrata, quindi ha usato la rete come la televisione. Sono fuori dalla storia, sono salme! A noi ci salverà questa tecnologia straordinaria che sta facendo dei miracoli. Verrà fuori la verità, e la verità è quella che non si conosce: te la puoi solo immaginare.


Pensiamo a una targa piuttosto che un’altra. Questo è un simbolo, ma non è tanto quello: c’è una fondazione, la Fondazione Craxi prende 30.000 euro di soldi pubblici, ecco perché sono qui, perché anche dalle mie tasche finanzio una cosa così, finanzio la vendita di litografie… io non voglio finanziare nessuno! Se la facciano con i loro soldi. Se li vanno a riprendere. Adesso, con lo scudo fiscale, tutti i soldi riciclati torneranno in Italia. Ce l’avranno i soldi per farsi una fondazione! A me, quando apro l’albo delle fondazioni e leggo “Fondazione Craxi” sopra, come punteggio, alla Fondazione Olivetti, mi viene da vomitare!


Noi abbiamo fatto un movimento: il Movimento Cinque Stelle. Saremo presenti in Lombardia, con una lista di cittadini, né di destra né di sinistra, porca puttana. Una lista di persone di 30, 40 anni che entrano dentro. Se ne votate uno, se ne entra uno nelle regionali in Lombardia, avesse messo dentro un network, avete messo dentro un milione di persone, non una persona: un milione di persone. E’ di questo che hanno paura, che un cittadino possa entrare in Comune, possa entrare in Regione o possa entrare in parlamento, per disfargli quell’orrendo giochino che fanno da 30, 40 anni, non da adesso. La democrazia non c’è mai stata in questo paese. Non c’è mai stata. Siamo andati a votare con una presa per il culo, una gran presa per il culo. Io non sono andato da Schifani a dirgli dei parlamentari inquisiti o condannati, chi se ne frega? La cosa incredibile è che 350 mila cittadini hanno firmato primo per mandare via i condannati dal parlamento, secondo per avere un massimo di due legislature per ogni politico, e terzo, che è la cosa più importante, che è la base della democrazia: il voto di preferenza. Io devo avere il modo di votare e di preferire il mio politico, personalmente. Abbiamo in parlamento 1000 persone nominate da cinque segretari di partito, quindi abbiamo un Governo illegale, anticostituzionale e antidemocratico. Cosa vi devo dire di più? Allora, se noi ripristiniamo il voto di preferenza, con l’informazione che abbiamo in rete, nessuno andrà a votare un pregiudicato o un condannato, perché lo sapremo, oggi! Non lo sapevamo cinque anni fa, ma da oggi lo potremo sapere. Ecco la cosa principale. Basta metterne dentro uno e gli roviniamo il giochino. Creiamo la trasparenza tra la vostra Regione e i cittadini. La Regione vota sull’ambiente, sugli inceneritori, sull’aria, sull’acqua, sulle cose vicino a noi, non cazzate! Avere un cittadino con una web-cam che filma il Consiglio Regionale ti fa capire che cosa vota la destra e che cosa vota la sinistra, ovvero che votano le stesse cose. Ne basta uno, da mettere lì dentro. Uno, un ragazzo di 35 anni con dietro noi che abbiamo il web e possiamo informarvi su qualsiasi cosa succeda.

08 gennaio 2010


Onorare sulla pubblica piazza i politici condannati per corruzione e fuggiti in latitanza.è un pessimo esempio per i cittadini: ecco perché è necessario esprimere un civile e fermo dissenso rispetto a questa scelta e alla contestuale "riabilitazione" dell'ex leader socialista, che inevitabilmente assume un valore simbolico in un Paese in cui le classi dirigenti si sottraggono sempre più facilmente alle proprie responsabilità, anche attraverso una impressionante sequenza di leggi su misura, mentre magistrati e giornalisti in prima linea contro mafia e corruzione vengono criminalizzati".

La manifestazione sarà l'occasione per una riflessione collettiva su corruzione, giustizia e politica a quasi diciotto anni di distanza dall'inizio dell'inchiesta Mani Pulite.






Organizza l’associazione Qui Milano Libera (Piero Ricca)


Relatori per ora confermati:

Daniele Biacchessi


Gianni Barbacetto


Giulio Cavalli


Salvatore Borsellino


Antonio Di Pietro


Enrico Fedrighini


Beppe Grillo


Basilio Rizzo

Aderiscono i blogger Claudio Messora, Daniele Martinelli, Paolo Papillo e Christian Abbondanza della Casa della Legalità di Genova.

06 gennaio 2010


Il 6 gennaio 1980 viene assassinato in via Libertà, Mattarella era il presidente della Regione Sicilia, aveva 45 anni. Uomo di spicco della DC siciliana, l’unico leader dell’amministrazione regionale che manifestava una linea di rinnovamento, di apertura alla sinistra, molti lo consideravano un erede di Aldo Moro. L’artefice del cambiamento di linea era lui, figlio del potente Bernardo Mattarella molto potente è influente negli anni 50, presente in tutti i governi regionali di quegli anni,da molti indicato come il mandante della strage di Portella delle Ginestre. Piersanti faceva parte di una nuove generazione di politici, allievo dei gesuiti, erede di Dossetti e di La Pira, aveva cercato con forza di prendere le distanze dall’ingombrante eredità paterna.



Di tutti i delitti politici-mafiosi, l’omicidio di Mattarella è quello che interessa di più non soltanto per il significato di spartiacque che questo delitto assume nella sentenza di appello di Palermo tra l’Andreotti amico dei boss e l’Andreotti che gli dichiara guerra, ma anche perché nelle indagini fu coinvolto il terrorista Giusva Fioravanti, presunto killer di Pecorelli nella prima inchiesta della procura di Roma.


Mattarella aveva avuto sentore di quanto stava accadendo, infiniti segnali stavano a indicare che era in pericolo; era corso a Roma, dall’amico Virginio Rognoni, allora ministro dell’Interno, per raccontargli cosa stava accadendo nelle file del partito in Sicilia. Prima di partire aveva detto alla sua segretaria Maria Grazia Trizzino:< Se mi dovesse accadere qualcosa si ricordi di questo viaggio>. Che cosa abbia detto Piersanti a Rognoni, quali nomi abbia fatto, quali accuse abbia rivolto ai suoi colleghi di partito con esattezza non si sa, ma al centro dei suoi sospetti c’era ancora una volta Vito Ciancimino. Non a caso la difesa di Andreotti ha puntato a ridimensionare i rapporti tra il senatore e l’ex sindaco di Palermo:< Ho incontrato Ciancimino non più di due, tre volte, e in occasione di alcuni suoi viaggi a Roma>. E i giudici di Palermo gli hanno dato credito.


In verità erano molto complessi i rapporti tra Don Vito e gli uomini della corrente siciliana, Salvo Lima lo considerava da sempre un rivale nella complicata rete di interessi politico-mafiosi della DC siciliana; fu lui nel 1970 a farlo decadere dall’incarico di Sindaco,dopo solo dodici giorni, grazie all’accordo con la corrente di Gioia.
Ma dietro lo scontro politico c’era anche uno scontro di interessi mafiosi: Lima era legato a Bontate e ai Salvo, Ciancimino a Riina e Liggio. Nel corso del processo di Palermo ha certamente pesato nei confronti del senatore quel contributo di quaranta milioni dai suoi amici romani che consentì al barbiere di Corleone di dare la scalata alla DC siciliana a metà degli anni settanta.


Ma ciò avvenne nel “77 , prima che Don Vito giocasse il suo supposto ruolo nei delitti di Palermo, ciò che rendeva imbarazzante il riconoscimento di ogni possibile rapporto con lui.


Ma cosa lega l’uccisione del Presidente della Regione siciliana a quella di un giornalista romano troppo intraprendente e in cattiva fama? Il “movente politico”, sostiene una tesi: tutti e due sono delitti di mafia dove il mandante non doveva comparire, per questo i due omicidi dovevano essere camuffati come “terroristici”.
Uno scenario complicato, se vogliamo, ma che regge all’usura del tempo, anche se a mettere un bastone tra le ruote a questa ricostruzione è stato Don Masino-Buscetta, che, per una sorta di orgoglio mafioso, non è stato disponibile ad accettare il fatto che omicidi compiuti da Cosa Nostra potessero essere stati commissionati a ragazzetti che agivano al di fuori dello stretto controllo mafioso: < Signor giudice, mi creda, i terroristi non c’entrano niente, quello di Mattarella è stato fatto da Cosa Nostra, andate a vedere a chi furono affidati gli appalti dopo la sua morte,cose che fanno paura!>.






Sito denuclearizzato