senigallia
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31 marzo 2010
Che dire? Si confermano i timori e si rafforza la convinzione: queste elezioni sono state «moralmente» invalide perché la campagna elettorale è stata manomessa, l’informazione è stata alterata, gli elettori sono stati raggirati e il figlio di Bossi è stato eletto. Ora i Veneti sono tutti tranquilli e sicuri con il figlio di paparino in regione. Berlusconi ha impostato manifesti con il suo nome nelle regioni: non c’entrava niente, ma ha depistato le ragioni del voto e ha imposto una campagna sul governo terrorizzando: «non daremo nulla alle regioni che votano sinistra». In Campania ha votato e vinto la camorra, in Calabria la ‘ndrangheta e in Italia la stupidità sposata alla paura che ha premiato la lega che l’ha sempre fomentato.

Non c’è che dire: siamo bene messi, anche perché la sinistra ha dimostrato di non avere imparato nulla dalla storia recente e passata: dopo le prodezze del Lazio, potevano sperare di reggere? Dopo la politica camorristica di Bassolino e la sceneggiata dei rifiuti, la Campania era e resta saldamente in mano alla malavita, rappresentata da Cosentino che resta rafforzato. La sinistra ha cercato di digrignare i denti solo dopo cena per non disturbare pranzo e cena del caimano. Frantumata al suo interno e anche fuori tra alleati, sono destinati ad emigrare in Cirenaica ai lavori forzati. Io ho sempre più profonda la convinzione che Berlusconi li paghi per fare quello che sanno fare bene: un’opposizione senza opposizione, dividersi sempre più e mettere in lista persone impresentabili. Si aggiunga che in Puglia ha vinto Vendola che la sinistra ha avversato con grande senso di fiuto politico e cretineria strategica. Mi viene voglia di mandarli tutti in «culibus mundi».

Nel Lazio poi saranno contenti la Cei e il Vaticano che si sono assestate come lobby d’interessi: hanno salvato il giardino di casa, ma a che prezzo? Hanno certificato che l’Italia non solo è laica (cosa molto buona), ma è anche xenòfoba e paganamente sincretista con una religione civile che nulla ha da spartire con il Cristianesimo. Vengono meno le ragioni che tenevano unita l’Italia e ora ci prepariamo ad uno smembramento parcellizzato. Ne pagheranno le conseguenze a lungo termine.. Un mio amico, Paolo Moiola, mi scrive che Berluska è il sintomo, la patologia sono gli Italiani. Non c’è nulla da fare vent’anni di aizzamento a farsi ciascuno gli affari suoi con furbizia e disonestà, hanno avuto l’effetto voluto. Ora l’Italia è seduta su cumulo di macerie etiche, di cui importa nulla ad alcuno, costituzionali e istituzionali. Ora in modo ufficiale e democratica l’Italia è un vero bordello, e i vescovi fanno le entraineuses.



PS. Nota sulla Liguria. Tre fatti sorprendenti di ordinaria amministrazione. Il primo: Genova, Medaglia d’oro della Resistenza, non si tocca e non si è lasciata incantare dalle sirene di destra. Il quartiere dove dovrà sorgere la Moschea ha dato un netto vantaggio al pd. La lega pur crescendo non sfonda, ma unico caso nel nord, viene contenuta. Terzo fatto: a Imperia ha fatto man bassa di voti il figlio di Scajola. Bisogna proibire che si possano candidare figli e parenti di senatori, deputati e politici in esercizio. Questa non è democrazia, ma dinastia che è l’unica «politica» della destra. In Veneto c’è il piccolo Bossi, in Liguria il piccolo Scajola: si facevano chiamare moralizzatori della politica. Si, di padre in figlio


Paolo Prete

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